ROMA, 9 SETTEMBRE 2021 – Nascita dell’Ordine professionale autonomo dei fisioterapisti entro gennaio 2022, istituzione di una nuova figura professionale come il fisioterapista di comunità, nuovo percorso universitario basato su laurea magistrale a ciclo unico di 5 anni, consapevolezza del ruolo insieme sanitario e sociale del fisioterapista, nuovi modelli di presa in carico secondo il concetto di continuum assistenziale, prossimità e domiciliarità delle cure, nuovi strumenti tecnologici per svolgere la professione. Sono alcune delle più significative proposte e risoluzioni operative emerse nel corso del webinar :”La Fisioterapia rimette in moto la vita: le sfide dell’oggi, le proposte del domani per la salute dei Cittadini”, tenutosi con la realizzazione congiunta della Cdan Fisioterapisti e dell’Aifi l’8 settembre in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia, quest’anno dedicata al tema del Long Covid.
Il webinar organizzato in sette sessioni ha messo a confronto decisori politici, esponenti delle istituzioni scientifiche, rappresentanti dei cittadini per discutere delle innovazioni, degli obiettivi fissati e delle prospettive dell’oggi e del domani della Fisioterapia al servizio dei cittadini e del sistema salute ed ha avuto come moderatori principali Patrizia Galantini, Segretario della Cdan nazionale Fisioterapisti e Simone Cecchetto, Presidente nazionale di Aifi.
Il presidente Aifi Simone Cecchetto nell’aprire i lavori sottolinea che: “Questo evento rappresenta un momento di dialogo importante tra politica e scienza, fondamentale per la crescita della professione e per costruire meglio nuove strategie di intervento capaci di rispondere in modo sempre più efficace ai bisogni di salute dei cittadini”.
Patrizia Galantini sottolinea: :“Questa “giornata di festa” per la Fisioterapia vuole rimarcare il percorso che porterà alla costituzione di un Ordine proprio nel nostro paese”.
Nella sessione “Il mondo della fisioterapia visto dagli occhi dei cittadini”, Francesca Moccia, Vice Segretario generale di Cittadinanzattiva intervenuta in apertura del webinar ha ricordato che: “E’ necessario recuperare la salute persa con la pandemia ma in modo umano, tipico della Fisioterapia. Servono percorsi nuovi di presa in cura a 360° della persona che ha bisogno di riabilitazione, specialmente se si tratta di anziani con croncità. E’ fondamentale superare le difficoltà di accesso alle cure e per questo bisogna pensare a un’assistenza basata su prossimità e domiciliarità degli interventi riabilitativi in un’ottica di qualità oltre che di quantità”.
Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana Superamento Disabilità (Fish) onlus, intervenuto subito dopo, ha sottolineato che “il Fisioterapista rappresenta l’anello di congiunzione tra il setting sanitario e quello sociale. E’ una sorta di trampolino di lancio per riaffermare i bisogni dei cittadini. E’ necessario, però cercare di cambiare il sistema di welfare indirizzandolo verso una presa in carico globale del paziente e spostando l’asse dell’assistenza verso il territorio e la domiciliarità. In questa nuova concezione è importante l’adozione di nuove tecnologie, ma ancor di più la valorizzazione dell’humanitas che contraddistingue la professione di fisioterapista”.
Nella sessione, “Verso l’ordine dei Fisioterapisti per la promozione della professione e a tutela della salute dei cittadini”, Piero Ferrante, presidente nazionale CdAN, ha dialogato con l’On. Elena Carnevali, XII Commissione Affari Sociali della Camera. “Dalla pandemia – dice l’On. Carnevali, – abbiamo imparato che l’architrave del servizio sanitario nazionale è rappresentata dai professionisti sanitari. La realizzazione di un Ordine autonomo – come da legge Lorenzin – è un percorso importante che va accompagnato, ricordando che gli ordini professionali sono un ente sussidiario dello stato. L’auspicio è che il riconoscimento ordinistico di circa 70.000 professionisti possa avvenire a breve, Il fisioterapista è un elemento di coniugazione tra prevenzione, cura e riabilitazione. E’ indispensabile, tuttavia, che la presa in carico dia garanzie di continuità assistenziale e di cura, in tutte le fasi della vita. In quest’ottica la multidisciplinarietà rappresenta un ingrediente cruciale, soprattutto pensando al tema delle cronicità per le quali la domiciliarità può rappresentare un aspetto di grande importanza. Bisogna dunque ragionare per intensità di cure per raggiungere uno spazio di salute e rispondere a bisogni stringenti, come le lunghe liste di attesa ai servizi di riabilitazione”.
L’On. Carnevali, lei stessa fisioterapista, spiega che per quanto debba essere fatta salva l’autonomia dell’Ordine dei fisioterapisti, “ è importante accompagnarne la nascita anche nelle relazioni con i compagni di strada avuti finora. La strutturazione dell’ordine è un aspetto centrale: servono risorse umane e finanziarie, per un pieno riconoscimento reciproco, a tutela degli iscritti e dei cittadini”. Piero Ferrante sottolinea come sia stata fatta molta strada per il riconoscimento dell’ordine. “Il ministero della salute ci ha convocato e messo di fronte a una visione chiara dell’iter da strutturare per la costituzione dell’Ordine. Oggi ci stiamo interfacciando anche con la FNO TSRM e PSTRP che ci ha accolto in base alla legge 3/2018, da cui ci stiamo svincolando. Un ordine autonomo implicherà anche una maggiore responsabilità e maggiore interazione con i cittadini, associazioni, istituzioni e decisori politici. Ma il fisioterapista è sempre più conscio del suo ruolo centrale nel panorama degli operatori sanitari. Il percorso di costituzione dell’ordine va avanti e prevediamo la sua nascita a gennaio 2022”.
Una sessione è stata dedicata al “Contributo essenziale della Fisioterapia nella pandemia da SARS-CoV2 e nella sindrome Long Covid”, cioè la presenza di sintomi della malattia a distanza di oltre 12 settimane dall’esordio. Michele Cannone, responsabile nazionale Aifi per le relazioni internazionali, ricorda come nella prima fase della pandemia, il ricorso alla riabilitazione si sia interrotto nel 73% dei casi. In questa fase in cui si assiste fino a un terzo dei pazienti con Covid 19 a una durata della sintomatologia a lungo, è importante non abbandonare i pazienti che necessitano di interventi riabilitativi. “Esistono due risorse utili al riguardo”, dice Cannone. “La prima è il Long Covid Physio, un’associazione internazionale che collabora con la World Physiotherapy fatta da Fisioterapisti che convivono con il Long Covid. La seconda è la stessa World Physiotherapy che ha recentemente redatto il suo nono briefing paper in cui dà indicazioni terapeutiche per gli assistiti affetti dal Long Covid e una serie di pubblicazioni pratiche tradotte dalla nostra associazione anche in italiano”.
Nella sessione,” PNRR, cronicità e nuove sfide per i fisioterapisti”, Melania Salina, vice presidente Cdan ha animato la discussione con la senatrice Annamaria Parente: presidente della Commissione sanità del senato e con la senatrice Paola Boldrini, vice presidente della stessa Commissione.
Melania Salina ricorda come la Fisioterapia sia nata in modo più strutturato dopo la 1° Guerra Mondiale per la riabilitazione dei reduci e in seguito con il diffondersi della poliomielite per consentire un recupero e l’inserimento dei malati nella vita sociale. La terza svolta è stata rappresentata dalla pandemia di Covid-19, che ha comportato un ripensamento sulla professione. “Abbiamo oggi un’opportunità di crescita”, dice Salina, “ma bisogna ripensare ai modelli di presa in cura con un maggiore ruolo del territorio e della prossimità”.
Proprio in questo senso va la proposta di legge (n2339) della sen. Paola Boldrini della riorganizzazione delle professioni sanitarie e dell’istituzione di nuove figure professionali come il fisioterapista di comunità. “Il Fisioterapista di Comunità è un professionista più prossimo ai cittadini che opera oltre che nel contesto delle cure domiciliari, uno degli obiettivi del PNRR, anche in luoghi dedicati come le Case di Comunità, cioè le ex case della salute, ovvero luoghi a cui la comunità possa rivolgersi per rispondere a bisogni di salute. Questa figura dovrà lavorare in modo multiprofessionale e multidisciplinare con altri professionisti per mettere davvero il paziente al centro dell’assistenza”, spiega la senatrice. “Questa nuova figura professionale lavorerà all’interno del Ssn con un regime di dipendenza e contrattazione collettiva, come le altre professioni” dice la sen. Paola Boldrini. La sen. Annamaria Parente sottolinea la pandemia ha insegnato una lezione: la necessità del rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale e domiciliare. “Servono azioni di sistema che portino a una rivisitazione normativa. Noi come legislatori siamo chiamati a una valutazione dell’applicabilità attuale di norme vecchie 30 anni. Questo è un impegno che sento e che intendo perseguire”, afferma Parente. “E’ necessario garantire un continuum assistenziale secondo un approccio diverso. Per questo bisogna puntare su un assetto organizzativo multidisciplinare, in cui ogni professione lavora in autonomia ma in connessione con le altre. Come Commissione stiamo lavorando in sinergia con il governo con una visione complessiva. Per non vivere mai più quello che è successo con il Covid-19 dobbiamo raccogliere le buone pratiche messe in atto nella pandemia nelle diverse professioni e dare vita a un approccio diverso alla cura”.
In merito alla sessione “Nuovi scenari per la formazione universitaria e la ricerca: verso una laurea a ciclo unico in Fisioterapia”, Luca Francini, consigliere Cdan con delega alla formazione universitaria ha ricordato come l’attuale modello formativo basato su un triennio di base più un biennio specialistico non riesca a dare competenze sufficienti alla luce degli avanzamenti delle conoscenze e renda difficoltoso l’iter per accedere a posti di lavoro all’estero per problemi di riconoscimento dei titoli. “La proposta è dunque quella dell’istituzione di un percorso di laurea magistrale a ciclo unico della durata di 5 anni per garantire una formazione in grado di rispondere ai bisogni di salute del cittadino”, dice Francini. Elisa Pelosin, pofessore asociato Dinogmi, presidente CS Aifi, sottolinea che “formazione è sinonimo di competenza. I nostri pazienti hanno bisogno di professionisti formati correttamente. Andrebbe preso ad esempio il modello degli psicologi. Aifi e Cdan stanno portando avanti un’azione unitaria per modificare l’iter di studi in fisioterapia”. Secondo Davide Cattaneo, professore associato CNR e componente comitato scientifico Aifi, “bisogna aumentare l’accesso ai dottorati di ricerca e migliorare la ricerca universitaria. E’ necessario sviluppare la professione da un punto di vista scientifico, per migliorare le competenze e fornire un elevato standard di cura.
Infine nella sessione “Teleriabilitazione: un modello operativo innovativo per la professione del fisioterapista”, Antonio Bortone, Cdan Fisioterapisti ha ricordato come la pandemia di Covid-19 abbia comportato l’adozione di interventi a distanza mediante strumenti di telecomunicazione che hanno consentito una una continuità terapeutica. “Quella fase emergenziale ha permesso di capire che serve un percorso strutturato di teleriabilitazione, con un modello operativo specifico per il fisioterapista. Non tutte le attività possono essere svolte in teleconsulto, ma questa modalità può consentire di verificare se un paziente esegue correttamente dei movimenti, garantendo così un senso di vicinanza. Oggi la conferenza Stato-regioni sta producendo linee guida in telemedicina e teleriabilitazione. E’ un percorso che si aggiunge ma non sostituisce la visita in presenza”.