ROMA, 27 LUGLIO 2022 – L’incremento richiesto dalla Commissione d’albo nazionale dei fisioterapisti è basato su elementi chiari di valutazione. In particolare, rilevando come ancora l’accessibilità da parte dei cittadini alle cure riabilitative sia carente in alcuni ambiti e fortemente disomogenea nel territorio nazionale, la richiesta di aumento di fisioterapisti trova piena legittimazione dalle ormai improcrastinabili necessità di:
– implementare la figura del fisioterapista nei modelli organizzativi regionali;
– valorizzare, anche nel contesto della libera professione, la figura del fisioterapista;
– attuare modelli di rete Hub & Spoke, in particolare nel passaggio dalla fase riabilitativa a quella degli esiti, che prevedano specifici sistemi di coordinamento e integrazione tra i servizi di riabilitazione e i servizi territoriali in grado di garantire la continuità assistenziale;
– sviluppare modelli di intervento multiprofessionali che contribuiscano a contenere l’insorgenza o rallentare il decorso delle patologie croniche/degenerative e fornire sostegno alla condizione derivante dall’esserne affetti. Il team coordinato dal Medico di Medicina generale, agirebbe sulla base di specifici percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) per patologia (diabete, scompenso cardiaco, esiti di ictus, BPCO, ecc..), coinvolgendo, nel caso, la riabilitazione e l’intervento specialistico del fisioterapista
All’interno di questo contesto si intende porre l’accento sull’intervento fisioterapico definito di “iniziativa”, ovvero un intervento assistenziale orientato alla “promozione attiva” della salute e al rafforzamento delle risorse personali (auto-cura e family learning) e sociali (reti di prossimità e capitale sociale) a disposizione dell’individuo, specie se affetto da malattie croniche o disabilità;
– attivare la Fisioterapia di comunità come strumento volto sia alla prevenzione che al miglioramento della gestione delle malattie croniche/neurodegenerative in ogni loro stadio, con effetti positivi attesi sia per la salute dei cittadini che per la sostenibilità stessa del sistema; a tal fine il Fisioterapista di Comunità assicura interventi preventivi ed educativi proporzionati al livello di rischio e/o di gravità del quadro in relazione a specifiche patologie (Ictus, BPCO, malattie cardio-vascolari, neurodegenerative, etc.) e, più in generale, nei quadri di invecchiamento (fragilità, prevenzione delle cadute, promozione partecipazione attività fisica);
– garantire la presenza del Fisioterapista nei reparti per acuti affinché la presa in carico fisioterapica sia la più precoce possibile, nel rispetto del bisogno del paziente ed orientata ad una prognosi funzionale che risponda al bisogno futuro; inoltre, al fine di perseguire l’obiettivo della continuità di cura, la presenza del Fisioterapista in ambito ospedaliero risulta fondamentale per determinare il bisogno assistenziale alla dimissione;
– realizzare le diverse progettualità che, all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono incentrate sull’ambito della Salute e che, per la loro realizzazione, non possono prescindere dal reclutamento di un congruo numero di Fisioterapisti, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
Ø la realizzazione di 381 ospedali di comunità per pazienti che necessitano di degenze di breve durata;
Ø l’attivazione di 1288 Case di comunità per rafforzare l’assistenza domiciliare e l’integrazione efficace dei servizi sociosanitari;
Ø la presa in carico del 10% della popolazione over 65 con malattie croniche o non autosufficienti grazie all’assistenza domiciliare.
In conclusione, per la Commissione d’albo nazionale dei Fisioterapisti, soltanto con l’implementazione di quanto sopra – possibile unicamente con un potenziamento del numero di professionisti – sarà possibile mettere in atto un Sistema Salute in grado di rispondere, attraverso la tutela e la valorizzazione della professione, ai bisogni di salute del Cittadino.