ROMA, 6 DICEMBRE 2022 – In un rapporto pubblicato lo scorso 5 dicembre dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (The Need for Rehabilitation Services in the WHO European Regions) viene indicata in oltre 27milioni (il 44,9% degli abitanti) la popolazione italiana che presenta almeno una condizione patologica per la quale sono necessari servizi sanitari di riabilitazione. Il dato emerge all’interno di uno scenario complessivo che stima in 394 milioni (al 2019) i cittadini europei – ovvero 2 abitanti su 5 – che hanno fatto registrare una malattia o un infortunio suscettibile di riabilitazione durante il decorso sanitario.
Cause maggiori di questo scenario (rappresentando oltre il 60% dei casi) sono le malattie muscoloscheletriche, tra cui lombalgia, dolore al collo, fratture, artrosi ed artrite reumatoide. Menomazioni sensoriali, inclusa la perdita dell’udito e della vista, erano il secondo tipo di causa principale per il ricorso alla riabilitazione (circa il 17% dei casi). I disturbi neurologici rappresentano nello studio di OMS-Europa, circa il 9% dei casi. Il resto, rappresentando circa il 10% dei casi in totale, comprendeva malattie respiratorie croniche, disturbi mentali, malattie cardiovascolari e neoplasie. Per quanto riguarda la popolazione italiana, la maggior parte degli individui che ricorrono alla fisioterapia è nella fascia di età tra 15 e 64 anni (15,3 milioni di soggetti) mentre nella fascia oltre i 65 anni sono compresi oltre 11 milioni di persone e tra questi la maggioranza è rappresentata da donne (6,3milioni).
Lo studio, oltre a presentare una fotografia socio-sanitaria dei bisogni riabilitativi, esprime anche una richiesta comune e trasversale di interventi, che si rifà ad una posizione già espressa dall’Organizzazione nel 2017, 2030: A Call for Action (48), che già riconosceva “il profondo bisogno insoddisfatto di riabilitazione”, sottolineando “il valore dell’equità nell’accesso a servizi riabilitativi di qualità e individua azioni prioritarie da potenziare riabilitazione nei sistemi sanitari.
L’OMS richiama quindi tutti i Paesi europei a impegnarsi su queste linee di azione: sensibilizzare e costruire un impegno politico per la riabilitazione e favorire l’integrazione della riabilitazione nell’ambito delle politiche sanitarie nazionali, promuovendo nel contempo il lavoro interministeriale e intersettoriale; migliorare l’integrazione della riabilitazione nei meccanismi di finanziamento della sanità e incorporare la riabilitazione in pacchetti di assistenza sanitaria essenziale come parte della copertura sanitaria universale; estendere la riabilitazione a tutti i livelli dell’assistenza sanitaria, compresa l’assistenza sanitaria di base, con la riabilitazione assicurata a livello comunitario; sviluppare centri e servizi di riabilitazione specializzati per soddisfare i requisiti di persone con bisogni complessi; e garantire che la riabilitazione raggiunga le persone nelle aree urbane, rurali e remote; garantire l’offerta integrata e coordinata di interventi di riabilitazione di qualità e basati sull’evidenza lungo il continuum assistenziale, inclusa la fornitura di ausili; sviluppare una forte forza lavoro di riabilitazione multidisciplinare che sia adatta al contesto di un paese, e promuovere le competenze riabilitative tra tutti gli operatori sanitari; integrare le informazioni sulla riabilitazione nei sistemi informativi sanitari, anche utilizzando la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute, affinché i risultati possono essere monitorati in modo efficace; promuovere una ricerca riabilitativa di alta qualità; garantire la tempestiva integrazione della riabilitazione nella preparazione e risposta alle emergenze.