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FABBISOGNO FORMATIVO

ROMA, 29 LUGLIO 2022 – Come per tutti gli altri corsi di laurea delle professioni sanitarie, il cui test di ammissione avrà luogo giovedì 15 settembre 2022, anche per quello in fisioterapia è stato richiesto, rispetto a quello precedente, un aumento dei posti disponibili per l’anno accademico 2022/2023, arrivando al numero di 2850.

Per quanto i numeri provvisori riportati nei bandi pubblicati dal Ministero dell’Università saranno plausibilmente quelli definitivi, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, svoltasi il 6 luglio scorso, risultano accolte le istanze portate dai rappresentanti della Professione. Nel verbale è infatti possibile leggere che “per le figure professionali di […] Fisioterapista […] il fabbisogno formativo per l’anno accademico 2022/2023 è stato determinato in modo da garantire in tutti i casi il pieno soddisfacimento dei singoli fabbisogni espressi dalle Regioni, incrementandoli, laddove il fabbisogno espresso dalla relativa Federazione nazionale fosse maggiore rispetto a quello espresso dalle Regioni, fino al raggiungimento del tetto massimo di fabbisogno espresso dalla rispettiva Federazione nazionale”.

Si tratta, per tutta la professione, di un grande successo, reso ancor più tale dal fatto che questo è solamente il secondo anno in cui, in seguito all’applicazione della legge di riforma degli ordini professionali sanitari e alle elezioni delle Commissioni d’albo nazionali (Cdan), tra cui quella dei fisioterapisti, l’intero processo legato alla rilevazione del fabbisogno formativo è stato gestito dalla Cdan dei Fisioterapisti, all’interno della FNO TSRM-PSTRP. Se già negli anni precedenti si registrava, nel meccanismo utilizzato per la definizione del fabbisogno di fisioterapisti, una scarsa attenzione nei confronti dei bisogni legati alla cronicità, all’invecchiamento e all’elevato consumo di risorse professionali richieste, oggi, con l’epidemia da Coronavirus (COVID-19), sia nella sua fase acuta che negli esiti che ne derivano, si unisce l’urgenza e la necessità di programmare in maniera strategica un’assistenza sanitaria che duri per l’intero arco della vita della persona, con un approccio integrato ospedale – territorio. È anche su questi presupposti che la Commissione d’albo nazionale dei fisioterapisti ha riconfermato la necessità costante di incrementare, a livello nazionale, regionale e nelle Province autonome, il parametro dei professionisti sui 100.000 abitanti affinché si possa arrivare a rispondere alle reali e dinamiche domande di salute dei cittadini. Questo soprattutto in considerazione del fatto che la figura professionale del Fisioterapista, riconosciuta ormai come elemento fondamentale del percorso riabilitativo delle persone con disabilità transitorie o permanenti, non risulta ancora inserita in modo stabile e trasversale nei modelli organizzativi implementati nelle diverse regioni e utilizzati per migliorare la risposta alla domanda di salute presente nel territorio.

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