Roma 23 ottobre – “È una comunità in cammino, che ha l’avallo delle Istituzioni e che vede tutta se stessa impegnata nel suo ruolo cruciale di connessione con le persone, strutturazione di un nuovo codice deontologico e di supporto per il sistema Paese. Questo è quello che ha dimostrato la Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti in questo secondo Congresso annuale”. È Piero Ferrante, Presidente di FNOFI, a conclusione della due giorni a Roma, il 18 e 19 ottobre, a dare il senso dei lavori del secondo appuntamento della Federazione. Un significato testimoniato dallo stesso titolo del Congresso: ‘Connessioni, i fisioterapisti per un futuro delle cure accessibile e universale’, a cui il Comitato scientifico della FNOFI ha deciso di affiancare come temi di indirizzo anche l’inclusione e la disabilità, il fisioterapista come facilitatore del processo terapeutico del paziente, l’advocacy delle professioni sanitarie e dei dirigenti fisioterapisti, l’innovazione, l’etica e la formazione.
A tessere con acume e sensibilità la trama di un appuntamento tanto sentito da aver raccolto un numero di iscrizioni oltre le attese, è la lectio magistralis di Monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo Emerito di Terni e tra gli ispiratori della Legge sulla non autosufficienza n.33 del 2023, che nel corso della prima giornata ha ulteriormente indirizzato i temi nodali del Congresso: dall’invecchiamento della popolazione al futuro della professione, che vede i due aspetti strettamente connessi; alla rivoluzione che si deve mettere in atto con il ruolo della prevenzione.
È questo giocare d’anticipo, intervenire prima che si consolidino le cronicità, rendendo in questo modo il sistema salute sostenibile, il filo rosso che ha tenuto insieme i numerosi interventi dei relatori. Una riorganizzazione, come è emerso dai contributi dei relatori al Congresso, operanti in ambito ospedaliero ed universitario, che deve passare da un modello a silos ad un sistema a matrice, in grado di farsi carico dei bisogni della persona, del progetto di vita nella sua interezza, come richiamava il titolo del panel della prima sessione del Congresso.
Alla luce di queste riflessioni, come ha riconosciuto lo stesso Piero Ferrante, Presidente FNOFI, “dobbiamo comprendere, come sistema, quali sono i bisogni di salute della persona, perché se cambia la società a livello demografico, mutano le necessità e deve cambiare anche la formazione per i professionisti sanitari, in primo luogo per noi fisioterapisti”.
La prevenzione permea e ha intrecciato tutti i contributi dell’appuntamento congressuale, sia per l’aspetto clinico, di relazione con il paziente, che per quello formativo dedicato alle nuove leve che opereranno in uno scenario in cui crescerà il numero degli over 65, come ci confermano ancora oggi i numeri dell’Istat. Costruire una logica di prevenzione che si allinei con una riorganizzazione del sistema salute – è emerso dal consesso – è infatti l’obiettivo delle Istituzioni intervenute, a partire da Cristina Rinaldi, Dirigente nell’ambito delle Professioni sanitarie e delle risorse umane del Ministero della Salute, di cui la Dottoressa Mariella Mainolfi è DG. “Sono diverse le linee di intervento su cui agire – ha spiegato la Dottoressa Cristina Rinaldi: “l’accrescimento delle competenze delle professioni sanitarie è tra le prime linee di intervento e deve andare di pari passo con la complessità dei bisogni di salute dei pazienti. Anche il personale sanitario ha un’età media molto alta e il tema, quindi, del miglioramento delle competenze assume un ruolo centrale.
In tutto questo – ha ricordato Rinaldi – la formazione diventa dirimente, non solo a livello universitario: l’approccio multidisciplinare con una formazione continua ECM post-universitaria è fondamentale, ed è notizia recente che è stato inviato al Gabinetto del Ministro della Salute la proposta di revisione dell’accordo sulla commissione nazionale ECM con la previsione che la FNOFI possa autonomamente inviare un proprio esperto. Un dato importante su cui aggiornare la categoria”.
Anche Lorena Martini, Segretaria della Commissione Nazionale ECM nonché dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche presso l’Agenas, ha ricordato come sono cambiati i bisogni di salute alla luce dei numeri della prevenzione dall’ultimo rapporto BES dell’Istat: “non ci si cura a causa delle liste di attesa e la mobilità passiva sanitaria è tornata ai livelli pre-Covid; l’aumentata popolazione da prendere in carico con l’assistenza territoriale resta uno dei traguardi più difficili, se pensiamo al sud d’Italia dove questa assistenza, anche residenziale, è ancora minore rispetto al resto del Paese – ha sottolineato. Martini però, ha anche richiamato “il PNRR e il Decreto Ministeriale 70 e il Decreto Ministeriale 77, che insieme possono costituire le basi di quella rivoluzione per la continuità ospedale-territorio, che rafforza l’universalità e l’accessibilità delle cure”. “La domanda che bisogna porsi per questa riorganizzazione – ha stressato Lorena Martini, Dirigente di Agenas – è se i nostri servizi sanitar sono ‘out of reach’ o sono realmente raggiungili? Se lo sono, riusciamo come Paese ad erogare i servizi in modo equo ed accessibile”. Per attuare questo cambiamento nella consapevolezza e nella prevenzione, sia di percezione che di sostanza, bisogna iniziare un nuovo cammino evitando quello che non ha funzionato, come ha evocato Monsignor Paglia ricordando che la soluzione ospedale-centrica ha fallito durante il Covid.
Per dare assistenza territoriale serve invece “uscire dalle gabbie dorate, passare dall’io al noi – come ha ricordato Lorena Martini di Agenas – e se questo comporta una ridefinizione delle competenze – anche nell’ambito della dirigenza sanitaria, tema affrontato nel Congresso – non dobbiamo spaventarci ma essere agenti del cambiamento”. Del bilancio finale della due giorni, ha parlato Luca Francini, presidente del Congresso e segretario nazionale FNOFI: “Abbiamo creato connessioni e riflessioni in tutti gli ambiti toccati dal Congresso: il progetto di vita del paziente, il comportamento e le necessità delle direzioni sanitarie per andare incontro proprio ai progetti di vita e di come il sistema pubblico e quello privato possano integrarsi per rispondere ai bisogni di salute delle persone. È stato un congresso ricco di spunti, di interventi importanti e che sicuramente traccerà la linea da seguire per i lavori dei prossimi mesi”.