ROMA 15 DICEMBRE –“Sono lieto di aprire il primo Congresso Nazionale di una professione sanitaria che è sempre più importante nel nostro sistema-salute. Ritengo che nell’ottica della prossimità e della sanità sempre più vicina ai bisogni dei cittadini, il ruolo del fisioterapista sia tra quelli centrali, perché offre la possibilità di una presa in carico tempestiva, competente e fortemente connessa con le altre professioni”: con queste parole di Marcello Gemmato, sottosegretario al Ministero della Salute, si è aperto a Roma il primo Congresso nazionale della FNOFI con il titolo Nuovi paradigmi di Salute: fisioterapisti, bisogni, cittadini e SSN.
Il messaggio del sottosegretario è stato accolto con attenzione dal presidente FNOFI Piero Ferrante durante il suo intervento inaugurale. Ferrante ha sottolineato che questo primo Congresso “segnerà il cammino della professione per i prossimi anni, perché sappiamo di dover prendere in carico le attese dei cittadini e delle istituzioni nei confronti della nostra professione, adeguando le nostre competenze ai mutati panorami della sanità nazionale”. “Possiamo essere attori diretti del cambiamento del SSN – ha concluso il presidente – a cui chiediamo d’altra parte lo snellimento di certi percorsi attraverso una cultura della presa in carico che muti l’attuale logica della prestazione, ormai considerata come vetusta e superata”.
All’evento ha portato anche il suo saluto l’onorevole Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII Commissione Affari Sociali, che ha sottolineato che “di fronte a noi c’è la modifica dei bisogni di salute in presenza di cronicità e nuovi bisogni emergenti dal cambiamento demografico del Paese. Se pensiamo che nel 2050 avremo il 35% di ultra sessantacinquenni, comprendiamo immediatamente il grande ruolo della professione dei fisioterapisti, che svolgono e svolgeranno una funzione essenziale in termini di riabilitazione e di prossimità. La sfida che dobbiamo da subito accogliere, e su cui anche FNOFI deve contribuire con proposte concrete, è quella di poter creare un sistema di riabilitazione sempre più forte, capillare ed efficace, anche attraverso una profonda riorganizzazione dell’assistenza sul territorio”.