Tra le patologie che sono le principali cause di disabilità a livello globale ce n’è una che non solo non è conosciuta a sufficienza ma che è in fortissimo aumento, con una crescita dei casi del 48% a livello globale dal 1990 ad oggi. Si tratta dell’osteoartrosi, la condizione patologica articolare più comune di tutte e di cui soffrono ben 520 milioni di persone nel mondo.
Si tratta di una malattia le cui esatte cause ancora non sono del tutto chiare, ma che spesso si sviluppa a partire da una lesione articolare, anche lieve: inizialmente il corpo umano ha le risorse per ripararla, ma con il passare del tempo l’organismo non riesce più a tenere più il passo e i tessuti articolari iniziano a danneggiarsi, portando a riduzioni della cartilagine, rimodellamenti ossei, noduli e infiammazioni articolari. L’osteoartrosi può però svilupparsi anche dopo un intervento di chirurgia articolare, a causa di un uso eccessivo dell’articolazione stessa, in caso di sovrappeso od obesità o per predisposizione genetica. Non è vero che colpisce solo gli anziani e con il passare del tempo: se è facile diagnosticarla in una persona dopo i 45 anni in presenza di dolori articolari legati all’attività e con rigidità articolare mattutina inferiore a 30 minuti, l’osteoartrosi può colpire anche persone sotto i 45 anni, di solito dopo una lesione articolare traumatica.
Sebbene l’articolazione possa comunque funzionare normalmente, chi soffre di osteoartrosi prova spesso dolore, menomazioni funzionali, debolezza muscolare, rigidità e di conseguenza una ridotta qualità della vita, dato che il 60% di tutti i casi riguarda l’articolazione del ginocchio, una delle più usate nella vita di tutti i giorni. Un caso di osteoartrosi non trattato in tempo, quindi, può compromettere in maniera rilevante la funzionalità motoria di una persona: un pericolo non indifferente, che può però essere scongiurato tramite un programma di prevenzione personalizzato creato da un fisioterapista di fiducia.
L’attività fisica regolare, infatti, non solo riduce il rischio di osteoartrosi e può prevenire o ritardare il bisogno di un intervento chirurgico, ma è anche il trattamento più efficace per chi ha già sviluppato questa patologia articolare, a prescindere dalla sua età, dal suo livello di disabilità o da quanto siano gravi i sintomi. Rimanere attivi nel modo giusto e con un programma di allenamento che tiene conto delle specificità di ognuno, infatti, può ridurre il dolore, aumentare la funzione fisica e la forza muscolare, ridurre la rigidità articolare, migliorare l’equilibrio (e quindi ridurre il rischio di cadute) e i livelli di energia, aiutare a mantenere un peso salutare e migliorare la salute cardiovascolare.
L’esercizio fisico, quindi, è una vera e propria “medicina” sia per prevenire l’osteoartrosi che per gestirla, al punto che chi svolge attività regolari di rinforzo e di allenamento – come dimostra la letteratura scientifica sull’osteoartrosi dell’anca e del ginocchio – può ridurre significativamente il dolore meglio di chi si limita a prendere del paracetamolo senza allenarsi. Con l’aiuto di un fisioterapista, in conclusione, si può sia minimizzare il rischio di sviluppare l’osteoartrosi che gestirne al meglio l’evoluzione, impedendo che questa patologia invalidante peggiori la nostra qualità della vita.