Il 18 e 19 ottobre si è svolto a Roma il 2° congresso della Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti, intitolato Connessioni. I Fisioterapisti per un futuro delle cure accessibile e universale.
Sul palco si sono avvicendati relatori provenienti dal mondo della politica, dell’economia, dell’università e della professione, che si sono confrontati sulle diverse declinazioni della Fisioterapia, dal potenziamento del territorio alla telemedicina.
Se dal punto di vista della politica, infatti, la pubblicazione delle norme ispirate dal DM 77 hanno aperto le porte ad una nuova declinazione di Fisioterapia nei luoghi della prevenzione, della cura e di residenza, è ancora in via di sviluppo una reale attuazione del decreto, con l’avvio reale di servizi di fisioterapia sempre più vicini al cittadino e facilmente ottenibili.
Testimonianze interessanti sono state quelle di due Professioniste dalle regioni Lombardia e Lazio: le loro relazioni hanno segnalato l’importanza del ruolo organizzativo, così come illustrato dal CCNL, e della creazione di una rete che, nel metterli in contatto, sostiene e rafforza i professionisti, dando loro la possibilità di utilizzare le proprie competenze a servizio dei cittadini.
Dal mondo dell’economia sono giunte relazioni che mettevano l’accento anche sul mondo della sanità privata, che riveste comunque il compito di affiancare un servizio sanitario pubblico sofferente ed impoverito sia di professionisti che di fondi, con un chiaro sollecito a integrare e normare il privato nell’offerta al cittadino. Un’analisi chiara è stata offerta in termini di adeguatezza del numero di professionisti attuali e, soprattutto, futuri, che tra un paio di decenni potrebbe non essere più responsivo dei bisogni aumentati di cura della popolazione: il sollecito era proprio quello di ragionare sul numero di studenti ammissibili, alla luce di questa visione prospettica.
Dal mondo universitario giunge una importante riflessione riguardo alla formazione del Fisioterapista, attualmente declinata in tre anni più due: sono sorte riflessioni sulla necessità di una formazione comune dei tutor di tirocinio, ma anche sulla necessità di avviare, affiancati all’attuale percorso magistrale, altri percorsi a carattere professionalizzante. Così come la necessità di progettare dei master che, insieme alla formazione specifica, rispondano ai bisogni dei cittadini, nelle nuove declinazioni di questa parola in sanità.
Molte, dunque, le tracce di riflessione lasciate dai lavori presentati, unitamente alle discussioni seguite, riguardo al cambio di paradigma che sta coinvolgendo la nostra Professione. IL congresso si è chiuso lasciando un incipit, la necessità di creare connessioni tra i professionisti, tra professionisti e ordini, tra gli ordini e tra professionisti, ordini, università e politica, con lo scopo di declinare in modo efficace, appropriato e valorizzante una professione in continua evoluzione.